Archive | January 2021

Renzi e il governo Conte II

https://www.lastampa.it/politica/2021/01/13/news/italia-viva-ritira-i-ministri-si-apre-la-crisi-renzi-la-crisi-politica-non-e-stata-aperta-da-noi-ma-e-aperta-da-mesi-1.39768752

Renzi è entrato controvoglia nel secondo governo Conte. La sua partecipazione al governo e il governo stesso furono il frutto dei grandi errori dei due Matteo della politica italiana. Salvini staccò la presa al primo governo Conte pensando di andare all’incasso attraverso elezioni anticipate. Renzi aveva appena fondato Italia Viva (per la verità sempre moribonda) e non si aspettava elezioni a breve. Contava di rafforzarsi facendo opposizione al governo giallo-verde ponendosi come polo di attrazione dei moderati. Renzi aveva permesso la nascita del secondo governo Conte solo per dare tempo alla sua creatura politica di rafforzarsi incapace di presentarsi al voto mancando di organizzazione, uomini sul territorio e visibilità. E’ chiaro che Renzi non voglia andare alle elezioni anche ora. Secondo me la sua mossa si basa su due considerazioni:

– Il governo non cade e arrancherà fino alla fine della legislatura. Punta sul fatto che tanti parlamentari siano disposti ad entrare in maggioranza (costruttori o responsabili come li vogliate chiamare).

– Stare all’opposizione gli permetterebbe di assorbire i voti dei delusi del governo e i voti dei moderati del centrodestra stanchi della retorica Salvini/Meloni(il suo grande sogno).

Il suo progetto è creare una forza centrista che rompa l’attuale bipolarismo e diventare centrale nella prossima legislatura quando un’Italia viva oltre il 5% diventerebbe centrale alla formazione di un governo. Inoltre sganciandosi dalla maggioranza, pensa di avere un ruolo maggiore quando si eleggerà il presidente della repubblica nel 2022. Se si andasse al voto a giugno Renzi perderebbe tutto e la sua uscita dalla maggioranza sancirebbe la sua morte politica. Sarebbe il “capolavoro politico” di un mediocre narcisista politico di provincia. L’uscita dalla maggioranza apparirebbe come l’ultimo disperato bluff di un giocatore di poker che ha cercato di rimanere al tavolo di gioco.Anche se Conte riuscisse a rimanere a Palazzo Chigi, non credo che la sua mossa lo aiuterà a rimanere rilevante nella politica italiana. Lui è ancora annebbiato dal quel 40% e sopravaluta la sua capacità di attrazione. I delusi del M5S o del PD preferiranno astenersi piuttosto che votarlo. Per buona parte del PD è visto come un uomo di destra (tanto è vero che e rimasto al 2% praticamente ignorato dai suoi ex elettori) mentre gli elettori del M5S hanno fatto dell’anti-Renzismo uno delle loro colonne ideologiche. Anche attirare i voti della destra è illusorio come giá discusso in precedenza. I moderati non esistono piú. Il centro destra si è radicalizzato su posizione estreme frutto di una politica a uso e consumo dei social che mira alla rabbia della gente. La sua unica speranza potrebbe essere proprio la fine di Berlusconi ma dubito che gli innamorati di Silvio passino senza colpo ferire a un politico che proviene pur sempre da un partito “comunista”.Ancora una volta la politica italiana è animata da giochi politici di piccoli Machiavelli di provincia mentre il mondo cambia in maniera veloce lasciandoci indietro.

Trump e libertá sui social

La questione dell’interdizione di Trump dai social è un tema delicato sul cui sviluppo si giocherà il destino della democrazia ai tempi di internet. La questione è molto complessa e si colloca in una zona grigia dove diversi diritti entrano in conflitto tra loro: la libertà di espressione di Trump da una parte e dall’altra gli interessi della collettività di salvaguardare le proprie istituzioni in un momento in cui il presidente stava usando i social per incitare alla violenza nel tentativo di rovesciare un’elezione. Questo tipo di contrasto è tipico delle società aperte che garantendo diversi diritti esse non possono garantire che questi non entrino i conflitto tra di loro. Ogni volta che questi diritti entrano in conflitto, l’intero sistema entra in crisi. Non esiste una soluzione semplice proprio perché le società aperte sono aperte perché non delegano ad un’autorità il dovere d’imporre una direzione sempre coerente a se stessa. I contrasti tra diritti, la continua ricerca di un equilibrio tra libertà e uguaglianza, le ridefinizione senza fine del confine tra individuo e collettività sono i prezzi da pagare per permettere alla società e alle nostre istituzioni di restare aperte e inclusive il piú possibile.

Rimane comunque il problema di società private che hanno un potere enorme sulla libertà di espressione degli individui e possono cambiare i confini delle libertà di espressione degli individui al di fuori di un controllo democratico. Questo non significa che i social debbano permettere ai propri utenti di dire e fare quello che vogliono sui loro siti. Incitare alla violenza e la violenza verbale non possono essere tollerate e i social hanno il dovere di contrastare l’uso dei social per propagare violenza. La violenza non può far parte di una società civile e non ha protezione all’interno delle nostre costituzioni. I social avrebbero anche il dovere di combattere la diffusione cosciente d’informazioni false. Qui la situazione diventa complessa. Non tocca certamente ai social distinguere cosa sia vero o falso e qualsiasi decisione comporta una limitazione del diritto di espressione degli individui. Le società sono aperte perché aperte al confronto tra diverse posizioni. Questo comporta inevitabilmente una tolleranza verso notizie false per salvaguardare il piú possibile la libertà di espressione. Negli ultimi anni, tante forza politiche hanno approfittato di questo per diffondere notizie false, animare l’antipolitica, generare rabbia che stanno mettendo in crisi le nostre democrazie. In altre parole, la liberta concessa dai social viene usata per danneggiare le istituzioni democratiche finendo per uccidere la stessa libertà. Come negli anni 20 e 30 del secolo scorso ci troviamo ad affrontare una versione piú subdolo del “paradosso della libertà”. La libertà e la tolleranza non possono essere usate per rovesciarle.

Come risolvere questi conflitti? Come evitare che i social diventino il mezzo per distruggere la liberta nel nome della libertà? Come evitare che organizzazioni private come i social diventano gli arbitri di libertà pubbliche?

Come detto prima la soluzione non è semplice e richiede un lunghissimo dibattito sganciato dalla contingenza (caso Trump). Non credo esista una soluzione efficace capace di salvare capre e cavoli. Credo che l’unica cosa possibile sia un modus operandi non soltanto a livello legislativo che dia delle indicazioni su come muoversi. Modus operandi che non può funzionare a livello nazionale costituendo un altro limite del sovranismo all’interno di una realtá che se ne infischia dei confini. Non è pensabile che uno stato sia in grado di risolvere il problema da solo considerando la natura multizonale di queste organizzazioni e il fatto che la trasmissione dei dati non conosce barriere e limiti geografici. Da un punto di vista legislativo è necessario un ampio accordo internazionale che disciplini l’uso dei social: “user agreement”, definizione delle responsabilità dei social, loro doveri, arbitrati etc. Certamente questi accordi non avranno l’adesione di paesi autoritari, ma i social che operano in paesi democratici devono sottostare a delle regole.

Ammesso e concesso che si possa ad arrivare ad una disciplina efficace da un punto di vista legislativo, il problema non verrebbe comunque facilmente risolto. Quello che serve é soprattutto un uso responsabile da parte politici e cittadini dei social. Tutte le libertà vanno declinate con responsabilità. Le libertà non vengono in un assoluto ma all’interno di un sistema dove la mia libertà finisce dove inizia la liberta di un altro. Non possiamo sempre chiedere ai social o ai giudici d’intervenire ogni volta che c’è uno sconfinamento, non è possibile. Un sistema plurale aperto dove gli individui non sono coscienti dei propri limiti e non rispettano la liberta gli altri è destinato a fallire e lasciare il posto ad un potere autoritario che ponga fine al caos. La tecnologia e internet in particolare ha dato un grosso potere agli individui. Per la prima volta nella storia dell’umanità, il comportamento del singolo individuo (non importa il potere a sua disposizione) ha delle conseguenze molte piú ampie che vanno oltre la stretta sfera individuale. Questo non riguarda soltanto la diffusione di notizie false su internet ma pensate all’impatto sull’ambiente e sul futuro delle prossime generazioni che ogni scelta dell’individuo comporta. Se vogliamo mantenere una società aperta non possiamo accettare che ogni singola azione dell’individuo venga monitorata da un potere che tutto può e nulla deve perché significherebbe rinunciare alla società aperta. Le tecnologie hanno aperte infinite possibilità ma l’essere umano e rimasto uguale con i propri limiti forse incapace di comprendere e gestire queste possibilità. L’unica via di uscita non può che essere l’educazione e rendere la gente cosciente e responsabile delle proprie azioni. Questo non riguarda solo Trump ma tutti noi. Sull’uso cosciente dei social, sulla capacitá autonoma del singolo di valutare le informazioni e sanzionare gli abusi e sui limiti e doveri che i social hanno sulle loro piattorma si gioca la libertá del secolo 2.0.